Simona

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18.00

La pianta della varietà Simona è sicuramente meno bella e meno ricca di chioma rispetto ad altre del territorio: si potrebbe giudicare ad occhio inesperto come pianta stressata, con tronco poco panciuto e rami magri, colorito verde chiaro delle foglie ovalizzate e piccole più del solito. Altro elemento caratterizzante è quello della crescita lenta, infatti la circonferenza di quest’ultima raggiunge dimensioni ridotte della metà rispetto a quella delle piante della cultivar di confronto.
Tuttavia un olivo così caratterizzato, con bassa resa in olio del suo frutto, fino al 1960 coprisse quasi un terzo delle piante complessivamente presenti nel territorio della Murgia dei Trulli e delle Grotte, in particolare nei Comuni di Castellana, Conversano, Putignano ed Alberobello, Polignano e Monopoli. Particolare in termini di “resa” in olio dell’olivo “Simona” è fornito dal seguente dato medio: da 100 kg di olive “Simona” si estraggono mediamente 12 kg di olio, con un valore significativamente inferiore del 20% ca. rispetto alla media di resa delle altre cultivar. La ragione dell’alta diffusione, al tempo, della cultivar va ricercata nelle qualità sensoriali dell’olio, destinato com’era ai mercati più ricchi. In merito alle caratteristiche sensoriali si può affermare che al tono un tantino piccante si associa la capacità dell’olio prodotto da “Simona” di poter acquisire il giudizio di “magro” per la connotazione amabile che lo differenzia dai prodotti di più alto impatto, e di mostrare stabilità dei caratteri per più di un anno.

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La pianta della varietà Simona è sicuramente meno bella e meno ricca di chioma rispetto ad altre del territorio: si potrebbe giudicare ad occhio inesperto come pianta stressata, con tronco poco panciuto e rami magri, colorito verde chiaro delle foglie ovalizzate e piccole più del solito. Altro elemento caratterizzante è quello della crescita lenta, infatti la circonferenza di quest’ultima raggiunge dimensioni ridotte della metà rispetto a quella delle piante della cultivar di confronto.
Tuttavia un olivo così caratterizzato, con bassa resa in olio del suo frutto, fino al 1960 coprisse quasi un terzo delle piante complessivamente presenti nel territorio della Murgia dei Trulli e delle Grotte, in particolare nei Comuni di Castellana, Conversano, Putignano ed Alberobello, Polignano e Monopoli. Particolare in termini di “resa” in olio dell’olivo “Simona” è fornito dal seguente dato medio: da 100 kg di olive “Simona” si estraggono mediamente 12 kg di olio, con un valore significativamente inferiore del 20% ca. rispetto alla media di resa delle altre cultivar. La ragione dell’alta diffusione, al tempo, della cultivar va ricercata nelle qualità sensoriali dell’olio, destinato com’era ai mercati più ricchi. In merito alle caratteristiche sensoriali si può affermare che al tono un tantino piccante si associa la capacità dell’olio prodotto da “Simona” di poter acquisire il giudizio di “magro” per la connotazione amabile che lo differenzia dai prodotti di più alto impatto, e di mostrare stabilità dei caratteri per più di un anno.

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