Quando si Potano le Drupacee

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Quando si Potano le Drupacee

Quando si Potano le Drupacee

Le Drupacee rappresentano una categoria di albero da frutto estremamente apprezzata, in quanto ne fanno parte alcune delle varietà di frutti più rinomate, come ad esempio albicocco, pesco, ciliegio, susino, nettarina e mandorlo. La potatura delle drupacee, come è facile comprendere, deve avvenire avendo cura di seguire con attenzione importanti aspetti, allo scopo di avere la certezza che la pianta possa crescere nel migliore dei modi e portare alla produzione di un quantitativo ragionevole di frutti.

Avere l’accortezza di mantenere le proprie piante in uno stato di ottima salute è di fondamentale importanza allo scopo di assicurare un corretto sviluppo non soltanto della pianta, ma anche del frutto stesso, allo scopo che la stessa possa crescere in salute e protetta dall’azione di tutti quegli insetti che potrebbero andare a danneggiarla.

Drupacee: cosa sono?

Prima di parlare del periodo ideale nel quale effettuare la potatura delle drupacee, è bene effettuare alcune importanti precisazioni: con il termine di drupacee, infatti, si vanno ad indicare tutte quelle piante che, come afferma il termine stesso, sono caratterizzate dalla presenza di una drupa, cioè un frutto formato da una buccia, una polpa e un nocciolo che a sua volta, raccoglie all’interno un seme.

Il terreno ideale per favorire la corretta crescita delle drupacee è un terreno a pH neutro oppure leggermente acido, dotato di un buon nutrimento organico e soprattutto, il terreno ha necessità di essere ben drenato, allo scopo di evitare la formazione di eventuali ristagni idrici che potrebbero andare ad incidere negativamente sullo stato di salute della pianta stessa.

Potatura delle drupacee: in cosa consiste questa tecnica?

Quando si parla di potatura delle drupacee è bene specificare che con questo termine si va ad intendere quel processo che comporta la rimozione dalla pianta di tutti i rami secchi e deboli, nonché dei succhioni e dei polloni; attraverso questo processo, è possibile inoltre, sfoltire la chioma della pianta, allo scopo di permettere una migliore crescita della stessa.

Durante il processo di potatura, inoltre, si vanno a selezionare quelle che in gergo tecnico vengono chiamate gemme, le quali nel caso delle drupacee possono svilupparsi a legno, miste oppure a fiore.

Potatura delle drupacee: quando farla

Fare produzioni elevate, costanti negli anni e di alta qualità, a costi contenuti è obbligatorio per poter quadrare i conti. Tuttavia, oggi questo obiettivo non è facilmente raggiungibile, oltre che per la erraticità dei mercati, anche per l’andamento climatico sempre meno prevedibile.

Per ottenere risultati positivi in condizioni così variabili, la sola potatura invernale nelle drupacee non basta più. Anche perché la potatura invernale deve essere ridotta al minimo e ritardata il più possibile in quanto non si è mai sicuri della fioritura e dell’allegagione. Per questo è necessario distribuire la potatura in diversi momenti dell’anno, scegliendo per ogni momento l’intervento più adatto, semplice e alla portata di manodopera non specializzata, ma efficace per la gestione complessiva e capace di ridurre le ore complessive di lavoro manuale.

Da quando la pianta entra in produzione ogni anno bisogna praticare la potatura invernale, altri interventi di potatura verde sono da effettuare durante la stagione primaverile o estiva.

In zone a clima mite la potatura può essere praticata in autunno, quando le piante stanno andando a riposo e i rami sono ben lignificati. Potando in concomitanza della caduta delle foglie, senza rimandare oltre, è possibile evitare la tipica emissione di gomme dai tagli. In ambienti caratterizzati da inverni freddi è invece meglio attendere la fine dell’inverno e quindi l’imminente schiusura delle gemme, osservare gli eventuali danni da gelo e di conseguenza decidere l’entità dell’intervento in base all’effettiva carica produttiva rimasta.

Durante la bella stagione, generalmente a maggio, si pratica il diradamento dei frutti, finalizzato a favorire la buona pezzatura di quelli rimasti. Su piante molto vigorose si realizza inoltre la sfrondatura della chioma in prossimità della maturazione delle pesche per favorirne la colorazione e all’occorrenza si eliminano polloni e succhioni.

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